Piano particolareggiato per gli insediamenti produttivi, Casarza Ligure, Genova

Insediamenti produttivi a Casarza Ligure, area Valscura
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Committente: Provincia di Genova

Cronologia: Piano particolareggiato: 1997-1999

 

Progetto Urbanistico: Pier Paolo Tomiolo, Mario Gallarati, Luciano Grasso

 

La prima fase del lavoro, relativa alla definizione dello schema di assetto urbanistico, si articola in due momenti distinti ma strettamente correlati: il primo consiste in una "lettura strutturale" dell´intero ambito territoriale in cui si collocano le aree produttive oggetto di piano, il secondo nella traduzione degli elementi desunti dalla lettura, integrati con le necessarie considerazioni di tipo funzionale, in previsioni di progetto.

In particolare il primo momento, volto al riconoscimento dei processi formativi ed evolutivi delle strutture territoriali, ha portato all´individuazione delle attitudini evolutive e trasformative delle diverse aree in rapporto alle più generali prospettive di sviluppo dell´intero ambito considerato, e delle modalità di intervento più idonee per un corretto inserimento delle nuove strutture produttive in aree in parte compromesse da interventi episodici ed eterogenei, spesso di notevole consistenza volumetrica.
In questo senso la "lettura-progetto" è volta ad indirizzare le scelte di piano non soltanto per quanto riguarda la localizzazione delle diverse attività all´interno dell´ambito considerato e lo sfruttamento razionale degli spazi disponibili, ma anche per quanto concerne il miglioramento della qualità complessiva dell´insediamento: l´individuazione degli "assi" e "nodi" territoriali di riferimento, il riconoscimento di leggi aggregative nelle maglie principali del tessuto fondiario, la stessa individuazione, all´interno del costruito esistente, di schemi tipologici ed aggregativi ricorrenti, costituiscono infatti un primo elemento di progetto, punto di partenza per i successivi sviluppi progettuali.

Il secondo momento ha costituito la traduzione in termini operativi delle indicazioni generali desunte dalla "lettura": lo studio dei rapporti con l´organismo territoriale ha consentito di individuare gli assi ed i nodi viari cui far riferimento per la riorganizzazione delle aree produttive; quindi l´analisi dei tessuti fondiari ha fornito i criteri di riferimento per l´organizzazione delle aree da suddividere in lotti da destinare ad attività produttive; infine l´analisi delle strutture esistenti ha fornito gli elementi per le prime scelte progettuali relative allo stesso impianto architettonico dei nuovi volumi a progetto, il cui corretto inserimento linguistico-ambientale è la condizione per una più compiuta e qualificata integrazione tra gli ambiti produttivi e l´organismo territoriale nel suo complesso.

Per ciascuno dei quattro ambiti è stata completata l´individuazione dettagliata dei vincoli di piano e sono stati sviluppati i progetti di piano, con verifica delle potenzialità insediative in termini di consistenza volumetrica e superficiale.

In tal senso si sono considerate, a partire da un assetto progettuale di base indirizzato in primo luogo da scelte di compatibilità tipologico-insediativa (assi e nodi di riferimento progettuale, modularità del tessuto lottizzativo, modularità strutturale, altezze ed allineamenti dei fabbricati esistenti, caratteri tipologico-modulari dei sistemi di prefabbricazione più comuni), una serie di alternative dovute sia alla possibilità di andare o meno in deroga, per determinati corpi di fabbrica o parti di essi, per quanto riguarda la distanza dei nuovi volumi dai corsi d´acqua, come stabilita dalla L.R. 9/93 (e quindi riducendo tale distanza da quaranta a dieci metri), sia al possibile utilizzo di determinati corpi di fabbrica come edifici monopiano di elevata altezza utile interna (superiore ai sette metri), o come edifici bi-piano con altezze utili interne di 4,50-5,50 ml. al piano terra e di 3,50-7,00 ml. al primo piano (quest´ultima altezza nel caso di un primo piano carrabile con accesso da rampa o da strada sopraelevata rispetto al piano di campagna).

Per quanto riguarda i caratteri volumetrici degli edifici previsti, si è cercato, nei diversi ambiti, di perseguire i seguenti obbiettivi:
1. corretto inserimento dei nuovi volumi nel contesto, con particolare riguardo agli aspetti legati al rapporto tra modularità del tessuto fondiario e moduli edilizi ed aggregativi;
2. articolazione anche dei volumi più consistenti in corpi di fabbrica di dimensioni più contenute (soluzione adottata in massima parte per quanto riguarda il piano superiore dei capannoni a due piani) e rapportabili al "passo" più contenuto della maglia lottizzativa di base e del tessuto edilizio specialistico a destinazione produttiva preesistente;
3. razionale sfruttamento degli spazi disponibili, con particolare riguardo al rapporto tra aree libere e sedimi edificati, all´accessibilità ed agli spazi di manovra dei diversi lotti edilizi;
4. creazione di una dotazione di spazi produttivi di "tagli" di varia ampiezza (mediamente dai 2.000 ai 5.000 mq. di s.l.a. per piano) ed altezze interne adeguate ai diversi tipi di attività.