Un piano per´Città futura´, Piombino

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Committente: I.G.P. s.p.a., Gruppo IRI/SOFINPAR
Cronologia: Progetto 1995
Progetto urbanistico: Mario Gallarati con Letizia Masciotta


Lo studio progettuale, elaborato a supporto alle osservazioni alla variante di P.R.G. per l’area denominata ‘Città Futura’, rappresenta una visualizzazione a titolo esemplificativo delle norme proposte per un’area che la stessa variante di P.R.G. individua quale naturale prolungamento della città otto-novecentesca. In particolare l’esigenza espressa dal Comune di Piombino di ricreare una uniformità a livello di «... tessuto urbanistico... tipologia edilizia... e morfologia del nuovo insediamento...» con l’adiacente città otto-novecentesca ha suggerito di basare la proposta su una preliminare ricerca dei principi insediativi della città esistente, tali da costituire ancora un possibile modello di sviluppo per i nuovi insediamenti.
Lo studio si propone pertanto quale lettura operante della realtà urbana piombinese, condotta ai successivi livelli dell’impianto urbano, del tessuto edilizio e del tipo edilizio e si conclude con una esemplificazione progettuale a valore puramente illustrativo.

1. Lettura dell’impianto urbano per assi e polarità
Il primo livello di lettura riguarda l’organizzazione dei diversi settori urbani, in base al sistema degli assi viari ed in particolare al ruolo differenziato che gli stessi hanno nella formazione e nello sviluppo del tessuto urbano. Si sono presi in considerazione, oltre alla città antica, i settori facenti capo a via di S. Francesco, a c.so Italia ed a v.le della Repubblica.In ciascun settore, a partire da un asse viario principale, o percorso matrice (che può essere sia un percorso che collega due importanti polarità - come nel caso della città antica o nell’espansione attestata lungo via di S. Francesco – sia un percorso a scala territoriale, preesistente all’insediamento – come per c.so Italia, via Pisacane o v.le della Repubblica), l’insediamento si sviluppa lungo percorsi di impianto, a loro volta suddivisi in principali o ‘di penetrazione’ – disposti ortogonalmente al percorso matrice – e secondari o di ‘impianto edilizio’ – paralleli al percorso matrice, lungo i quali si ha lo sviluppo del tessuto edilizio.
I diversi settori urbani – corrispondenti presumibilmente a successive fasi di espansione della città – risultano delimitati da percorsi di margine, a partire dai quali si ha una variazione di orditura del sistema viario e del tessuto urbano, che tendono ad orientarsi secondo nuovi percorsi matrice: in alcuni casi, come ad esempio v.le della Repubblica, quello che risultava essere un percorso di margine rispetto al settore urbano otto-novecentesco organizzato dall’asse di c.so Italia diventa a sua volta percorso matrice di un settore urbano sviluppatosi in epoca successiva proprio a partire da tale asse di margine, che ne determina l’orientamento.

2. Impianto urbano: sintesi propositiva
La ricerca della legge di sviluppo dell’organismo urbano secondo precise gerarchie di assi e polarità porta all’individuazione di alcune linee generali di indirizzo per quanto riguarda l’area di Città Futura. In particolare la stessa, che si attesta lungo l’antica Strada Regia – principale asse viario a scala territoriale che giunge a Piombino da nord-est - risulta essere la naturale prosecuzione del settore urbano organizzato lungo c.so Italia, coincidente appunto con l’ultimo tratto meridionale della Strada Regia, compreso tra l’emergenza architettonica del Rivellino medievale e l’attuale zona industriale.
La proposta parte dal presupposto che, similmente al settore otto-novecentesco che si attesta su c.so Italia, anche per Città Futura non si possa prescindere da un impianto viario che veda nella prosecuzione dello stesso c.so Italia il percorso matrice, a partire dal quale si dipartono ortogonalmente, intervallati con distanze regolari che riprendono il passo degli isolati della città otto-novecentesca, gli assi di impianto di penetrazione, a loro volta intersecati da percorsi di impianto edilizio, in alcuni casi l’ideale prolungamento di quelli della città.
3. Lettura dei tessuti edilizi
Il secondo livello di lettura riguarda la formazione e lo sviluppo del tessuto edilizio dei diversi settori urbani, in relazione al differente ruolo svolto dagli assi viari. Si sono presi in considerazione anche in questo caso, oltre alla città antica, i settori facenti capo a via di S. Francesco, a c.so Italia e a v.le della Repubblica. Alla gerarchia di percorsi come sopra descritta corrisponde puntualmente un’analoga organizzazione del tessuto edilizio che, a partire da una prima edificazione lungo il percorso matrice – sul quale si attestano i fronti principali degli isolati – tende a risvoltare lungo gli assi di impianto di penetrazione e quindi, ulteriormente, lungo gli assi di impianto edilizio.
Lo stretto legame tra il tessuto edilizio e gli assi da cui trae origine si riflette anche negli aspetti relativi alla consistenza del tessuto stesso, che si presenta maggiormente consolidato in corrispondenza degli assi principali, per poi andarsi a diradare o perdere comunque di consistenza verso i margini del sistema. Ciò è particolarmente evidente nel settore organizzato da c.so Italia ove ad un tessuto lineare continuo lungo il percorso matrice fanno riscontro – nella parte centro-occidentale del settore urbano – isolati caratterizzati da un’edificazione più estensiva attestati su are libere – piazze o aree verdi – di ampie dimensioni.

4. Tessuti edilizi: sintesi propositiva
Analogamente a quanto già visto per quanto riguarda l’assetto generale dell’impianto viario, anche nello studio dell’organizzazione dei tessuti edilizi la proposta prende spunto dalla lettura delle preesistenze, dalle quali si è cercato di desumere alcune regole di carattere generale. Entrano in gioco, in questa fase, anche alcune considerazioni relative alle destinazioni d’uso compatibili con le diverse parti dell’area di Città Futura che, se nella direzione nord-sud costituisce l‘elemento di raccordo tra due settori della città otto-novecentesca, presenta situazioni al contorno ben differenti per quanto riguarda il limite occidentale – ove confina con zone scarsamente edificate, a prevalente destinazione residenziale e con ampie dotazioni di verde – e quello orientale, direttamente prospiciente gli stabilimenti siderurgici. La proposta progettuale prevede in primo luogo l’edificazione – lungo il percorso matrice fronteggiante gli stabilimenti – di un tessuto seriale continuo di edifici per attività produttive, a loro volta costituiti di corpi di fabbrica differenziati (ad esempio corpi per uffici lungo il fronte principale e, sul retro, capannoni sviluppati ortogonalmente ai primi). Gli isolati a prevalente destinazione produttiva risultano intervallati a strade di penetrazione, che dal percorso matrice conducono verso il cuore del nuovo insediamento: in particolare due tra gli assi di impianto ortogonali al percorso matrice organizzano la seconda fascia di isolati, a carattere prevalentemente direzionale, e si concludono nelle due piazze all’intersezione tra i suddetti assi di penetrazione ed il principale asse di impianto edilizio, a partire dal quale si sviluppa il tessuto residenziale.

5. Tipi edilizi
Il terzo livello di lettura, relativo al rapporto tra tessuto edilizio e gli organismi edilizi che lo compongono, individua i differenti tipi edilizi che caratterizzano l’ambito in oggetto e suggerisce un’ipotesi di lettura del processo evolutivo che dalle configurazioni più elementari porta agli organismi più complessi ed articolati. In particolare essa riguarda i tipi edilizi del centro antico e della città otto-novecentesca.
E’ facilmente possibile riscontrare la continuità della linea evolutiva che dalla casa a schiera monocellulare (tipo-base) della città antica conduce, per successivi fenomeni di crescita e rifusione, agli organismi bi-cellulari – mezzi elementi di linea, ad alloggi sovrapposti – e pluri-cellulari – elementi di linea, con due o più alloggi per piano - che costituiscono la struttura portante del tessuto otto-novecentesco.
Dallo studio dei tipi edilizi traspare una sostanziale omogeneità linguistico-architettonica tra le due diverse parti di città, che si mantiene pur in presenza di una certa evoluzione dal punto di vista stilistico-formale.
La continuità e la stratificazione delle strutture murarie, ad esempio, risultano accentuate, nei tipi edilizi più complessi, dal trattamento a finto bugnato della zona basamentale e dall’introduzione di cornici marcapiano e marcadavanzale, così come i semplici sporti lignei delle gronde dei tipi più antichi risultano man mano sostituiti da cornicioni continui.
Un discorso a parte va fatto per quanto riguarda l’organizzazione dei prospetti quanto ad apertura di porte e finestre: infatti nel passaggio dai tipi a schiera, monocellulari, a tipi bi-cellulari o pluricellulari, si assiste ad una progressiva tendenza ad un assetto simmetrico delle facciate, talvolta anche in contrasto con l’impianto tendenzialmente seriale dell’organismo architettonico.
La tavola sinottica dei tipi edilizi riepiloga, in modo schematico, le principali tappe del processo tipologico e le leggi di crescita del tipo edilizio piombinese, e può costituire elaborato di riferimento progettuale per le scelte tipologiche – relativamente all’edilizia residenziale – da operare nell’ambito del processo di riorganizzazione di un intero settore urbano quale ‘Città Futura’.

6. La proposta progettuale per ‘Città Futura’
Oltre a quanto già visto circa la riproposizione per l’area di Città Futura di una serie di regole insediative desunte dalla lettura dalla città antica e otto-novecentesca, per quanto riguarda l’assetto e la gerarchia degli assi dell’impianto urbano, lo sviluppo dei tessuti edilizi lungo i percorsi principali e secondari e l’individuazione dei tipi edilizi visti sia per le loro intrinseche caratteristiche sia per l’attitudine a formare tessuti secondo specifiche leggi aggregative, la proposta progettuale introduce alcuni temi ulteriori.
In primo luogo si ipotizza di ricostituire – almeno parzialmente – l’originaria morfologia del sito, riprendendo l’andamento delle curve di livello ed attenuando quanto più possibile l’attuale ‘effetto vasca’, allo scopo di ottenere un migliore collegamento tra Città Futura ed i quartieri residenziali esistenti.
L’intera area è vista come un piano leggermente inclinato, che scende verso l’asse della Strada Regia, e ciò consente di sdoppiare il sistema viario su quote diversificate: i percorsi e gli spazi pedonale, sui cui prospettano gli edifici, insistono su una sorta di suolo artificiale, soprelevato di 2-3 metri rispetto all’attuale piano di campagna, che coincide invece con la quota della viabilità veicolare e dei parcheggi – pubblici e privati – che vengono così a trovarsi al di sotto del suolo artificiale.
Il principale asse di impianto edilizio, lungo il quale si aprono le due piazze (all’intersezione con gli assi di penetrazione), è polarizzato alle due estremità da due emergenze architettoniche: la prima, verso sud, esternamente all’area di Città Futura, con destinazione a struttura poliuso a carattere sportivo-ricreativo; la seconda, che conclude a nord l’insediamento, destinata a centro commerciale.
Per quanto riguarda i tipi edilizi, infine, a fronte di una riproposizione di tipologie residenziali consolidate, la proposta prevede una maggiore varietà tipologica relativamente agli edifici a destinazione direzionale, per i quali da organismi seriali a corpo triplo direttamente derivati dall’evoluzione dell’edilizia di base si arriva sino a tipi edilizi a torre isolata, aggregati in due nuclei di quattro ciascuno in corrispondenza di due importanti punti nodali dell’impianto viario.